BTK – Bind Torture and Kill

Qualche anno fa ci siamo imbattuti in un libro intitolato “Nella mente del serial killer”. Un titolo abbastanza banale si dirà, ma la vicenda trattata non lo è affatto.

A scriverlo (in collaborazione con Jhonny Dodd), un’assoluta autorità della criminologia: John Douglas, uno dei primi criminal profiler dell’ FBI.
Grazie a questo libro, abbiamo avuto l’opportunità di conoscere e studiare il caso di Dennis Rader, meglio conosciuto come BTK, acronimo di Bind,Torture and Kill (lega,tortura e uccidi).
Così amava firmarsi Rader in tutte le sue lettere. Lettere che per più di 30 anni di “carriera criminale”, ha inviato direttamente alla polizia, per il piacere perverso di prendersi gioco delle autorità che gli davano la caccia.

Dennis Rader inizia ad uccidere nel 1974 e viene arrestato nel 2005.
Avrebbe probabilmente potuto agire indisturbato fino alla morte, ma un passo falso gli ha tolto questa possibilità “molto” prima.

BTK è un caso agghiacciante e a tratti bizzarro, e nel libro sopracitato viene raccontato in modo magistrale e con dovizia di particolari.
Noi ne consigliamo vivamente la lettura, ma non a chi sia facilmente impressionabile, poiché la storia è cruenta, decisamente indigesta per i deboli di stomaco.

Cominceremo col dire che il nostro solito intento di cercare tra le ragioni del male è fallito. Come sapete, iniziamo ogni volta esaminando l’infanzia e l’adolescenza di un criminale, ma nel caso di Dennis Rader, niente riporta a violenze domestiche, genitori assenti o “nocivi”, nessun abuso, nessun problema in ambito scolastico. Un’infanzia e un’adolescenza normali, né alti né bassi. Di certo, niente a che vedere col passato disastroso di altri centinaia di assassini seriali, compresi quelli di cui noi abbiamo trattato finora.

Nato a Pittsburg nel 1945 e cresciuto a Wichita, in Kansas, Dennis si diploma in elettronica, dopodiché ottiene una laurea in amministrazione della giustizia.
In seguito, trascorre ben 4 anni nella U.S. Air Force in Texas, Alabama, Okinawa, Corea del Sud, Grecia e Turchia.

Al ritorno negli Stati Uniti, il suo primo lavoro consiste nella gestione del reparto carni in un supermercato di un sobborgo a pochi chilometri da Wichita, accanto a sua madre, al tempo contabile del magazzino.

Di questi primi 25 anni di vita, Rader ricorda (da sue stesse confessioni) solo due cose che possano essere avvisaglie di una futura condotta criminale: la violenza contro gli animali, perpetrata fin dalla più tenera età, e una sempre maggiore passione per il feticismo. Racconta
anche un aneddoto dove, adolescente, raggiunge un orgasmo completo spiando una donna dalla finestra. Nulla di particolarmente grave, se non fosse che a indurre l’orgasmo non è l’eccitante visione di una figura femminile, ma lo stringere tra le mani una corda durante quell’atto di voyeurismo…

Gli anni comunque, passano tranquilli. Tutto, più o meno, nella norma.

Nel 1971 Dennis si sposa e concepisce con la moglie un figlio e una figlia.
Cambia diversi lavori, occupando sempre posti di maggior carica di responsabilità, tra i quali manager di una società di istallazioni di allarmi e supervisore del dipartimento di vigilanza di Park City; diventa anche membro della Chiesa Luterana e in seguito viene eletto presidente del Consiglio della Congregazione. E’anche un capo scout.

Padre e marito esemplare,lavoratore instancabile, ama rispettare e far rispettare le regole. Questo è il profilo di Dennis Rader dal 1971 al 2005: 34 anni di invidiabile rettitudine.

Forse ci troviamo davanti ad un altro caso da manuale di “scissione dell’io”.

Perché?

Perché dal 1974 al 2005, quello stesso Dennis Rader di cui abbiamo appena finito di elencare i pregi, ha ucciso 10 volte in modi che definire “atroci” risulterebbe riduttivo, e offensivo per le sue vittime.

E’ la mattina del 15 Gennaio ’74 quando BTK fa irruzione in casa della famiglia Otero e, uno dopo l’altro, attende i componenti per ucciderli. Prima il padre, poi la madre, poi ancora il primogenito e infine la figlia più piccola. I primi tre li lega e gli mette un sacchetto in testa soffocandoli lentamente. Alla bambina viene riservato un trattamento se possibile ancora più spietato: la porta in cantina, la lega, la impicca, dopodiché si siede comodamente di fronte alla vittima e si masturba. Eiacula sul cadavere e se ne va.

Dopo lo sterminio degli Otero, BTK uccide altre sei volte, ragazze e madri di famiglia. Le lega, le soffoca lentamente, le uccide e si masturba. Sempre lo stesso identico osceno modus operandi.

Di lui è interessante notare anche il suo “cooling off period”, gergo criminologico che definisce il “periodo di raffreddamento”, la pausa cioè che passa tra il compimento di un omicidio e il desiderio di commetterne un altro. Arriva ad aspettare anche fino a 8 anni prima di colpire di nuovo, e intanto torna alla sua “invidiabile rettitudine”.

Muoiono nell’ordine: Kathryn Bright (4 aprile 1974), Shirley Vian (17 marzo 1977), Nancy Fox (8 dicembre 1977), Marine Hedge (27 aprile 1985), Vicki Wegerle (16 settembre 1986) , Dolores “Dee” Davis (19 gennaio 1991).

Tra un’uccisione e l’altra, c’è la parte che forse più diverte l’assassino; dissemina lettere per Wichita e dintorni, rivendicando i suoi delitti e sbeffeggiano le autorità.

La prima lettera è nascosta in un libro di ingegneria presso la Biblioteca Pubblica di Wichita. Rader descrive in dettaglio l’uccisione della famiglia Otero. Poi ne invia una alla televisione locale per rivendicare la responsabilità degli omicidi degli Otero, di Shirley Vian, Nancy Fox e un’altra vittima non identificata.

Dopo l’omicidio del 1991, silenzio assoluto per ben 14 anni.

Nel 2005, il folle impeto di Rader si risveglia. Non uccide nessuno, ma la voglia di tornare alla “notorietà” è troppa.

Manda una lettera alla centrale di polizia. Il tono è sprezzante e beffardo come sempre. Poi cominciano una serie di segnalazioni anonime. Le autorità corrono da una parte all’altra della città rinvenendo bambole legate e imbavagliate, e vari oggetti inquietanti.

In breve si diffonde di nuovo il panico tra la comunità.

Notiziari e giornali parlano del ritorno di BTK. Da un momento all’altro ci sarà un’altra vittima.

E invece no, non succede niente. A Rader basta ormai terrorizzare senza agire.

Poi, l’errore fatale.

Dennis sfida di nuovo la polizia mandandogli un Floppy Disk vuoto, preceduto da una lettera in cui chiede ironicamente se riusciranno così ad identificarlo.

In effetti bastano un paio di informatici, e qualche altro giorno di ricerca e BTK finisce in manette, condannato a 10 ergastoli, eliminato dalla società, per sempre.

Da quel Floppy, Rader aveva cancellato dei files, ma recuperarli e risalire a nome e provenienza del proprietario è stato un gioco da ragazzi. Passo falso ai limiti del banale. Caso archiviato.

“Nella mente del serial killer” è un libro che si addentra in particolari molto crudi, lo abbiamo detto. Altrettanto o più raccapriccianti però, sono i video del processo di BTK, facilmente visionabili sul web (esistono molti estratti).

Il pluriomicida Dennis Rader confessa i suoi orrori con un distacco che gela il sangue.

Le espressioni del viso, la postura, l’intero linguaggio paraverbale sono riconducibili a una persona che discute tranquillamente con un amico del tempo e dei propri figli.

A tutti i familiari delle vittime viene dato spazio per sfogare il proprio odio (sia pure solo a parole) sul mostro, tra urla e pianti che fanno rabbrividire.

Dennis Rader rimane impassibile, a tratti quasi annoiato.

Il nostro solito intento di cercare tra le ragioni del male, in questo caso è fallito.

Dennis Rader non è una vittima della famiglia, della società o del sistema. Dennis Rader è marcio dentro. Il male non si è insediato in lui dall’esterno.
Il male è nato con lui.
BTK è il male.